

Fabrizio Poggi: chi è questo ragazzo degli anni ’50, con questo cognome così nostrano, che viene applaudito anche nei più remoti juke joint del profondo Sud degli Stati Uniti? Ce lo racconta Serena Simula, giornalista, che a Fabrizio aveva già dedicato molti articoli sulla stampa locale in occasione dei suoi concerti e dei suoi successi. Non è una semplice biografia, ma il racconto di tante belle chiacchierate tra Serena e Fabrizio, con la presenza discreta ma insostituibile di Angelina, la moglie di Poggi. Nel corso di queste chiacchierate (pardon, “conversazioni”, come recita la copertina), Serena chiede, senza mai strafare; Fabrizio risponde e racconta, senza mai vantarsi; e Angelina supporta, ricordando date, luoghi e persone. Ne emerge una bella storia: quella di un ragazzo che ama la musica e vuole vivere di quella, che durante la sua vita trasforma le sue passioni in amore: per Angelina, per la musica, per l’armonica, per il blues. Questa storia parte da Voghera, attraversa l’Italia, ritorna spesso a Voghera, gira l’Europa, percorre in lungo e in largo l’anima degli Stati Uniti e addirittura fa una capatina, come nulla fosse, al Madison Square Garden di New York per la cerimonia di consegna dei Grammy Awards. Serena ce la descrive, anzi ce la racconta, anzi no: forse è Fabrizio stesso che ce la racconta, ma attraverso le domande, le curiosità, le sensazioni dell’autrice, che non ha voluto sciacquare e ripulire queste conversazioni dandogli una veste di asettica formalità biografica, ma al contrario le ha messe su carta in modo che il lettore si senta partecipe di quelle conversazioni, in cui traspare il grande amore di Fabrizio Poggi, la sua passione e ciò che lui ha sempre fatto: crederci, credere, BELIEVE!
(Fabio Tordi)























