Harpway 61 (cd 2012)

Recensione apparsa su MIAPAVIA di Furio Sollazzi
Poco più di un anno fa, nel maggio del 2012 usciva Harpway 61, un disco tutto dedicato all’armonica. Il cd è stato prodotto e pubblicato dalla Blues Foundation di Memphis, l’associazione internazionale che si occupa di diffondere e preservare il blues, e di aiutare i musicisti blues in difficoltà. Tutti i proventi ottenuti dalla vendita dell’album, presente ai Blues Music Awards 2012, saranno destinati alla Blues Foundation che distribuisce il disco negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Un risultato prestigioso ed encomiabile per Fabrizio che vede ulteriormente riconosciuta la propria caratura internazionale e il suo instancabile lavoro per promuovere la causa del blues da questa e dall’altra parte dell’Atlantico. Per Fabrizio Poggi questo lavoro è anche un modo per restituire qualcosa ai musicisti che lo hanno ispirato e guidato durante la sua lunga carriera, aiutandoli nel momento del bisogno. In questo album strumentale ogni brano ha il nome di una città la cui storia è legata indissolubilmente con quella di un grande armonicista (Little Walter, Big Walter Horton, Sonny Boy Williamson I e II, James Cotton, George Harmonica Smith, Junior Wells, Slim Harpo, Paul Butterfield, Charlie Musselwhite, Sonny Terry, DeFord Bailey, Peg Leg Sam e Johnny Woods) e ne ricalca lo stile. Un disco che, oltre ad essere una grande dichiarazione di amore verso quei musicisti che lo hanno ispirato, è una innegabile dimostrazione di tecnica e padronanza dello strumento (l’armonica) e assume persino una funzione didattica.


Recensione apparsa su IL BLUES e scritta da Davide Grandi e Ferdinando Vighi
Terzo progetto solista per il nostro “violinista dei poveri” Fabrizio Poggi da Voghera, terra di vini, automobili (ha dato i natali ad Alfieri Maserati fondatore della Maserati) e di fantomatiche “casalinghe” (la casalinga di Voghera è diventata un famosissimo lessico giornalistico che vuole rappresentare la popolazione italiana medio-borghese). Poggi, grazie alla stretta collaborazione della moglie “manager” Angelina, non finisce mai di stupire e anche stavolta, guarda caso, ha fatto “colpo”. I brani che formano quest’opera ripercorrono le zone del Mississippi, e non solo, dove si snoda la famosa autostrada. Un paio di puntate in Louisiana, ovvero il primo brano “Baton Rouge, LA” e ovviamente “New Orleans, LA”, carico e ritmato il primo, dedicato a Slim Harpo, più verso lo slow il secondo, dedicato a Little Walter. Altre puntate extra Mississippi sono “Chicago, IL”, dedicata a Paul Butterfield, introdotta dall’Hammond e seguita immediatamente da chitarra e armonica, che quasi richiama la più famosa “Nobody’s Fault But Mine”. Rimangono fuori dallo Stato della Magnolia “Memphis, TN”, dedicata a Junior Wells, e “Helena, AR”, dedicata ai due Sonny Boy, slow blues alla Wells appunto il primo, mid tempo con atmosfere quasi da country blues il secondo, mentre per il solo SBW II resta l’ultimo brano “Tutwiler, MS”. James Cotton è legato a “Tunica, MS”, con un brillante lavoro alla chitarra e percussioni, mentre per Charlie Musselwhite c’è “Kosciusko, MS”, slow da atmosfere crepuscolari e un poco malinconiche. Non manca nessuno dei grandi come George “Harmonica” Smith, per lui “Clarksdale, MS”, mentre Greenwood è per Johnny Woods, con echi country, e Greenville per Sonny Terry, Big Walter Horton ha “Hornlake, MS”, Peg Leg Sam è a Holly Springs mentre a Deford Bailey è dedicata “Moorhead, MS”. I brani quasi perfetti per un viaggio, anche in una autostrada italiana, scorrono nel lettore piacevoli e accattivanti, a tratti rilassanti, cosa strana soprattutto per essere solo strumentali, di cui notoriamente non siamo dei grandissimi fan. Per gli armonicisti sono presenti tutte le indicazioni sulle tonalità e sulle armoniche usate, brano per brano, quasi a riprodurre una guida turistica in chiave musicale. Unico neo, a nostro parere, la mancanza del cantato, che avrebbe in qualche occasione forse aggiunto anziché togliere alla indubbia bontà del lavoro. Invece vogliamo soffermarci sui contenuti storico-culturali e sociali di questo nuovo lavoro solista di Poggi, che lo rendono, da parte nostra, degno di assoluto rispetto e che fanno di Fabrizio un esempio da seguire in Italia e non solo. L’aspetto sociale è legato allo scopo per il quale è stato pensato questo album perché – udite udite – tutti i proventi (sì, avete letto bene…tutti i proventi) saranno devoluti ai musicisti Blues bisognosi di aiuto che, ahimè, sono molti. Bravo Fabrizio! Il CD è stato presentato ai Blues Music Awards 2012 a Memphis a conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto sia stimato e apprezzato nella “Terra del Blues” il musicista vogherese. L’aspetto storico-culturale, invece, è insito nei contenuti di questo lavoro, che ha portato Poggi a lasciare un profondo e sentito omaggio a 14 leggende dell’armonica blues, più o meno conosciuti al grande pubblico, che ne hanno influenzato la sua musica e non solo. “Harpway 61”, una bella parafrasi della leggendaria “Highway 61” o, meglio, “Blues Highway 61” che collega con i suoi 2.300 chilometri complessivi Wyoming/Minnesota a New Orleans/Louisiana. I musicisti che hanno accompagnato Fabrizio Poggi in questo progetto musicale, sono Tino Cappelletti (basso), Enrico Polverari (chitarra), Lorenzo Bovo (organo Hammond), Bobby Sacchi (piano accordion), Stefano Bertolotti (batteria) e Stefano Resca (batteria). La conclusione è dedicata all’ottima copertina in stile folk-art creata da Dan Dalton, un bluesfolk artista di Portland/Oregon. Per acquistare il CD dovete rivolgervi direttamente alla Blues Foundation, attraverso il suo sito www.blues.org (entrare nel blues store alla voce DVD-CDs).


Recensione apparsa su Soundguardian.com di Mladen “Mike” Lončar – Croazia (traduzione e adattamento – estratto)
…Harpway 61, i cui proventi vanno a supporto della Blues Foundation, è un brillante album che descrive tutto ciò che è successo intorno all’armonica, un piccolo strumento che, nelle mani di un vero maestro, diventa qualcosa di estremamente potente, realtà che ogni fan del blues conosce profondamente. Credo che nessuno possa permettersi di negare la sua importanza in uno stile musicale come il blues. E in questo lavoro l’ armonica è profondamente, geograficamente, stilisticamente e marcatamente blues, come ogni buon intenditore può dichiarare senza tema di smentita. …
E’ un omaggio a Peg Leg Sam, Sonny Boy I e Sonny Boy II, e poi a Paul Butterfield, Slim Harpo, Charlie Musselwhite, James Cotton, e Little Walter. Naturalmente gli stili cambiano, se si soffia nello strumento alla maniera di Junior Wells, Big Walter Horton o riproducendo la “caccia alla volpe” di Sonny Terry… Fabrizio Poggi ha studiato e imparato molto bene le varie tecniche miscelandole sapientemente in ogni diverso segmento dell’opera. Ed è per questo che l’album con tutte le sue 14 tracce presenta molto bene le caratteristiche geografiche di ogni espressione musicale, ma anche quelle di ogni musicista, visto che ognuno di loro è uno specifico rappresentante di una particolare direzione stilistica ed espressiva.
Attraverso il portale Soundguardian.com, la rubrica Blues Corner e il programma radiofonico “Blues for You” vi farò poco a poco conoscere il valore e la qualità di questo innegabile maestro dell’armonica … Harpway 61 è un capolavoro a livello educativo e con questo album Fabrizio Poggi si colloca tra le persone grandi e importanti che hanno contribuito e contribuiscono a rendere popolare il blues in tutto il mondo…


Review appeared on SOUNGUARDIAN.COM (Croatia) by Mladen “Mike” Lonèar
Svoju prièu o van serijskom glazbeniku, sviraèu usne harmonike, Fabriziu Poggiu, koji nam dolazi iz susjedne Italije, želim zaokružiti njegovim instrumentalnim albumom Harpway 61, èija prodaja i kupnja potpomaže upravo The Blues Fundation – svjetsku krovnu instituciju bluesa. Zahvaljujuæi Angelina Megassini – Poggi dobio sam prvu i sve daljnje informacije, kada je u pitanju ovaj izuzetni majstor usnjaka. A sam album Harpway 61 briljantni je opis svega onoga što se dogaðalo i što predstavlja ovaj mali instrument, koji u rukama pravog majstora postaje izuzetno moæno sredstvo, kojem svaki blues fan duboko skida kapu. Poznavajuæi njenu zastupljenost u ovom glazbenom stilu, samo rijetki mogu negirati njenu važnost. Usna harmonika duboko je zemljopisno ali i stilski obilježila blues. Pravi znalci itekako dobro prepoznaju tko svira usnjak. I naravno, nije isto da li to èini Peg Leg Sam, Sonny Boy I ili Sonny Boy II , da li je to Paul Butterfield, ili Slim Harpo. Drugaèije svira Musselwhite, James Cotton, ili Little Walter. Naravno, velika je razlika da li puše Jr. Wells ili Big Walter Horton ili svoje ‘lisice lovi’ Sonny Terry. Fabrizio Poggi itekako je dobro i znalaèki prouèio i nauèio razlièite tehnike sviranja usnjaka, po više segmenata. I zato ovaj album sa svih svojih 14 skladbi itekako dobro prezentira i zemljopisne karakteristike pojedinog glazbenog izrièaja, ali jednako tako i glazbenika, koji je tipièni predstavnik tog nekog odreðenog stilskog usmjerenja i izrièaja. Of all those gorgeous songs, for some reason, I think Koscuisko sounds the very best. Thank you for the honor. Great cover too. Very well done. Bravo., Istièe poznati Charlie Musselwhite.
Mnogi uvaženi glazbeni kritièari ukazuju na èinjenicu da je album Harpway 61 dragulj kada je u pitanju prezentacija bluesa na ovim europskim prostorima, ali jednako tako i u svjetskim razmjerima. Doista, mnogi i ne znaju ili nisu svjesni, koliko je jaka europska blues scena. Zato je i toliko važna ova promotivna aktivnost jer ono što vrijedi svi istièu. Pa tako i prvu informaciju o Fabriziu i njegovom radu dobio sam iz Amerike i Kanade . Drago mi je da je u Europi konkretno, u susjednoj nam Italiji bilo dovoljno sluha i razumijevanja i da je zahvaljujuæi tome ova prièa poprimila toliki znaèaj i interes. Kako se ova prièa zahuktava i iz dana u dan sve više i jaèe dolazi do izražaja, tako je ovaj glazbeni portal www.Soundguardian.com i njegov BLUES CORNER sve više uvažavan u svijetu. Pored toga tu su i snažne i sve jaèe refleksije sa svih strana na radijsku emisiju specijaliziranog sadržaja BLUES ZA VAS. Da, poštovani èitatelji to su mjesta, koja otkrivaju svu vrijednost i kvalitetu ovo neporecivog majstora usne harmonike. Na kraju moram istaknuti da je doista ugodno biti dio ovakve prièe, ugodno je znati da ljudi cijene to što radite. S druge pak strane, ovih 14 pjesama doživljavam na vrlo intenzivan, dubok i dirljiv naèin. Osjeæam sve to kao snažnu, iskrenu i osjeæajnu posvetu nekim od najveæih majstora usne harmonike, bez obzira od kuda dolazili. Sjajno osmišljena ideja, koja je uz pomoæ prateæih glazbenika: Tino Cappelletti – bas, Enrico Polverari – gitara, Lorenzo Bovo – Hammond B3 orgulje, Bobby J. Sacchi – klavir, harmonika (8), Stefano Bertolotti & Stefano Resca – bubnjevi, udaraljke. Bez imalo zadrške odvode vas u neka davna vremena, u razlièita podruèja gdje je nastao odreðeni stil sviranja usnjaka i upoznaju nas kako su to radili neki od ponajboljih majstora ovog instrumenta. Naravno, iznad svih je Fabrizio Poggi, èovjek, glazbenik, koji svojim istanèanim osjeæajem za blues, za njegovu prezentacijsku formu izvodi odreðene glazbene teme, koje itekako puno prièaju same o sebi. To su nazivi mjesta u državama u amerièkog Juga i bez daljnjeg vrlo teško mi je opisati, koja mi je bolja, ili koju bih stavio ispred koje. Svih 14 skladbi svaka ima svoje èari i atraktivnost. Vjerujem da æe svaki blues znalac odluèiti koji æe poredak tema biti na playlistama. To je ipak stvar osobnog ukusa a o tome je vrlo teško raspravljati i nešto odreðivati i sugerirati. To zaista prepuštam vama samima. O svom osobnom doživljaju cijelog albuma mogu samo kratko napisati: ‘Albumom dominira velika doza prihvatljivosti, usuðujem se napisati i osobne, humanosti i izuzetno emotivnog pristupa glazbenika cijelom ovom projektu.’ Bez ikakve sumnje to mora duboko dirnuti našu intimu i stoga nije èudo; što æe ovaj album biti vrlo èesto rado viðen gost u mojim ureðajima. PREPORUKA: Ovaj album Harpway 61 nevjerojatno je edukativno remek-djelo koje æe izvrsnog Fabrizia Poggi svrstati u red velikih i znaèajnih ljudi, koji su pridonijeli i pridonose popularizaciji bluesa u cijelom svijetu. Svoj ciklus prezentacije rada i djelovanja Fabrizia Poggi završiti æu ovim rijeèima: ‘S velikim nestrpljenjem oèekujem neki novi studijski album ovog vrsnog glazbenika i nadam se da æu Vam ga èim prije i sa velikim zadovoljstvom predstaviti na ovom glazbenom portalu.’ A o svemu legendarni James Cotton kaže: Thank you Fabrizio for dedicating the song Tunica, Ms to me! Interesting concept for the CD. Nice work.


Recensione di HARPWAY 61 apparsa su BLUES REVUE di Eric Wrisley (Traduzione)
Fabrizio Poggi si è fatto conoscere non solo come musicista ma anche come appassionato studioso di blues… E’ un musicista di talento. Sia da solo,o sia con il suo gruppo Chicken Mambo, forte del del suo pedigree cosmopolita è stato in grado di fondere il blues tradizionale con diversi stili provenienti dal Vecchio Continente per produrre qualcosa di sorprendentemente originale. L’amalgama tra Vecchio e Nuovo Mondo è facilmente riscontrabile nella musica roots che contraddistingue l’ultima fatica dei Chicken Mambo, Live In Texas; e molto di ciò che Poggi ha prodotto con la sua band segue quella tendenza. Harpway 61 è a dir poco qualcosa di assolutamente diverso. Si tratta di un concept album di alto livello che rende omaggio ai bluesmen che hanno ispirato e influenzato Poggi. Il disco è un viaggio figurativo in cui ogni traccia ha il nome di una città del Delta (ad eccezione di Chicago), ed è dedicata ad un particolare suonatore d’armonica. Ci sono brani dedicati a Slim Harpo, Sonny Terry, Paul Butterfield, entrambi i Sonny Boy Williamson, e, tra gli altri, a un trio di discepoli di Muddy Waters (Little Walter, James Cotton e Junior Wells). Pur trattandosi di un album strumentale dedicato all’armonica, Poggi riesce a muoversi su diversi terreni mantenendo il tutto sempre interessante. Accompagnato da una band essenziale, Poggi suona anche fisarmonica, mandolino, banjo, e, sì, banjolele.
Poggi non si cura di emulare esattamente tutti gli stili anche perché è uno strumentista figlio del proprio tempo e unisce quindi influenze moderne al sound delle radici… Il livello è sempre molto alto e questo cd la dice lunga sulla profondità dello studio Poggi … Ci vuole coraggio nel far uscire un disco tutto strumentale di sola armonica… ma il risultato è formidabile…


Recensione HARPWAY 61 apparsa su BLUES REVUE di Eric Wrisley
Fabrizio Poggi has been making his way not only as a fan of the blues and a player of the blues, but as a student of the blues… He’s an accomplished player. Whether on his own or with his band Chicken Mambo, and maybe because of his cosmopolitan pedigree, he’s been able to absorb traditional blues and incorporate Old World stylings to produce something rather unexpected. The Old and New World mash-up is easily seen in the roots music that fuels Chicken Mambo’s last release, Live In Texas, and much of what Poggi has done with the band is in that vein. Harpway 61 is a departure to say the least. It’s a high concept album that pays homage to the bluesmen that have inspired and influenced Poggi. The disc is a figurative road trip with each track named after a Delta town (except Chicago), and dedicated to a particular harp player. The tunes include numbers dedicated to Slim Harpo, Sonny Terry, Paul Butterfield, both Sonny Boy Williamsons, and a trio of Muddy Waters alums (Little Walter, James Cotton, and Junior Wells), among others. For an all harmonica instrumental, Poggi covers a lot of ground and keep it interesting. Accompanied by a sparse band, Poggi also chips in himself with accordion, mandolin, banjo, and, yes, banjolele.
He doesn’t exactly capture the style: Poggi can’t help that he’s a product of his time, so there’s a lot of modern influence that comes through even when mimicking the roots… He scores big and this cd says a lot about the depth of Poggi’s study… An all-instrumental harmonica record is a feat to pull off… but the effort here is amazing.


Recensione apparsa sul sito Invasione Rock trasmissione di Radio Monte Velino (AQ) a cura di Frediano Parente e Antonio Del Gusto
Harpway 61 il nuovo album di Fabrizio Poggi esce a nove anni di distanza da Armonisiana un disco tutto dedicato all’armonica. Un album apprezzato da tanti appassionati di questo straordinario strumento che hanno chiesto più volte a Fabrizio di continuare quell’avventura. Il cd è stato prodotto e pubblicato dalla Blues Foundation di Memphis, l’associazione internazionale che si occupa di diffondere e preservare il blues, e di aiutare i musicisti blues in difficoltà. Tutti i proventi ottenuti dalla vendita dell’album, presente ai Blues Music Awards 2012, saranno destinati alla Blues Foundation che distribuirà il disco negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Un risultato prestigioso ed encomiabile per l’artista italiano che vede ulteriormente riconosciuta la propria caratura internazionale e il suo instancabile lavoro per promuovere la causa del blues da questa e dall’altra parte dell’Atlantico. Per Fabrizio Poggi questo lavoro è anche un modo per restituire qualcosa ai musicisti che lo hanno ispirato e guidato durante la sua lunga carriera, aiutandoli nel momento del bisogno. Più virato verso sonorità blues, Harpway 61 vuole essere un omaggio ai grandi dell’armonica blues. Ogni brano ha il nome di una città la cui storia è legata indissolubilmente con quella di un grande armonicista: Little Walter, Big Walter Horton, Sonny Boy Williamson I e II, James Cotton, George Harmonica Smith, Junior Wells, Slim Harpo, Paul Butterfield, Charlie Musselwhite, Sonny Terry, DeFord Bailey, Peg Leg Sam e Johnny Woods. In questo album l’armonica diventa la voce principale di Fabrizio, sulla strada segnata da grandi interpreti di blues strumentale, pionieri delle 20 ance nei primi decenni del secolo scorso. Grandi artisti come i già citati Sonny Terry e DeFord Bailey, ma anche Jaybird Coleman, Palmer McAbee, Noah Lewis, Jed Davenport, Jazz Gillum, Hammie Nixon, J.C Burris, Alfred Lewis, Freeman Stowers, Lee Brown, Robert Cooksey, Gwen Foster, Robert Hill, Elder Roma Wilson. Senza dimenticare Little Walter (il suo strumentale “Juke” fu una pietra miliare del blues), Big Walter Horton, George Harmonica Smith, James Cotton e tanti altri. Ai loro immortali brani, tutti strumentali, brani che hanno fatto davvero la storia del blues, Fabrizio Poggi si è ispirato per incidere un disco dedicato a tutti coloro che sono perdutamente innamorati del suono magico e evocativo dell’armonica blues. Particolarmente affascinante la copertina con i ritratti dei grandi del blues dipinti in perfetto folk-art style dal bravissimo Dan Dalton, straordinario artista statunitense.


Recensione apparsa su JAM di Roberto Caselli
Fabrizio Poggi – Harpway 61 The Blues Foundation Un viaggio nelle terre del blues: 14 città americane, 14 armonicisti Harpway 61 è una parafrasi fin troppo evidente della famosa highway che dal Minnesota porta giù a New Orleans, attraverso la terra del blues. Fabrizio Poggi utilizza questo titolo per passare in rassegna con la sua armonica una serie di icone del blues che utilizzarono il suo stesso strumento. Il progetto passa in rassegna quattordici città che si trovano sulla Highway 61, sede di nascita o di sviluppo artistico della musica di altrettanti armonicisti. Si comincia con Slim Harpo a Baton Rouge, Louisiana e si termina con Sonny Boy Williamson II che visse per un po’ a Tutwiler, Mississippi, passando attraverso Little Walter, James Cotton, Junior Wells, Charlie Musselwhite, Paul Butterfield e Walter Horton che prima di ottenere successo a Chicago si fecero le ossa nei loro paesi del Sud, senza dimenticare la componente armonicistica più acustica di DeFord Bailey e Sonny Terry. Poggi costruisce degli standard che in qualche modo ricordino lo stile di questi musicisti e si fa accompagnare dalla nuova band in cui spicca la chitarra di Enrico Polverari. Si ottiene così un viaggio ideale attraverso il mondo dell’armonica blues che è nello stesso tempo didattico e pieno di sentimento . I proventi della vendita del disco vanno alla Blues Foundation che provvederà a distribuirli ai bluesmen in difficoltà. Un gesto encomiabile che gli varrà una giusta esposizione in tutti gli States dove il disco verrà distribuito.


Recensione dal sito belga – olandese www.rootstime.be di Freddy Celis (traduzione – estratto)
Nel 2012 Fabrizio ha realizzato “Harpway 61″ un album strumentale con un titolo assolutamente brillante. L’album è stato pubblicato dalla ” Blues Foundation” di Memphis. Tutti i proventi della vendita andranno a questa fondazione. Fabrizio è un grande promotore della musica blues ed è felice che il ricavato vada a sostegno di quei musicisti blues che ne hanno bisogno. Il suo è un tributo musicale e un modo di dire grazie a quattordici importanti armonicisti degli ultimi decenni; e Fabrizio lo fa parlando loro con la sua armonica… Ogni canzone dell’album ha il nome di una città la cui storia è innegabilmente collegata a un grande dell’armonica. La copertina in stile folk art è un coloratissimo dipinto realizzato da Dan Dalton.


Recensione apparsa su: BLOGFOOLK – Salvatore Esposito
Fabrizio Poggi, Alla Scoperta Del Soffio Dell’Anima Sulla Harpway 61
A circa nove anni da quel gioiellino che era Armonisiana, disco in cui Fabrizio Poggi esplorava a tutto tondo le potenzialità espressive dell’armonica, il musicista pavese torna con, Harpway 61, album nuovo di zecca dedicato al suo strumento di elezione, ed in particolare alla blues harp e ai suoi grandi eroi. Accompagnato da un quintetto di eccellenti musicisti composto da Tino Cappelletti (basso), Enrico Polverari (chitarra), Lorenzo Bovo (hammond), Stefano Bertolotti e Stefano Resca (percussioni), Fabrizio Poggi ha messo in fila quattordici brani strumentali, che compongono quattordici tappe di un viaggio immaginifico sulla Highway 61, l’autostrada del blues, quella che unisce New Orleans a Chicago, la Louisiana e il Mississippi, e nel quale l’ascoltatore viene letteralmente calato nella magia dell’armonica blues. Durante l’ascolto scopriamo luoghi, personaggi, suoni e suggestioni differenti, ma soprattutto le città del blues la cui storia è legata a quella di grandi armonicisti come Little Walter che con il suo strumentale “Juke” rappresenta una pietra miliare del blues, Big Walter Horton, Sonny Boy Williamson I e II, James Cotton, George Harmonica Smith, Junior Wells, Slim Harpo, Paul Butterfield, Charlie Musselwhite, Sonny Terry, DeFord Bailey, Peg Leg Sam e Johnny Woods. Protagonista di ogni brano è ovviamente l’armonica di Fabrizio, il cui suono antico ma allo stesso moderno rappresenta una sorta di porta spazio temporale, che attraversandola ci consente di scoprire tutto il fascino dei grandi interpreti del blues strumentale dei primi anni venti. A quell’epopea Fabrizio si è ispirato direttamente nella composizione dei vari brani, dando vita ad un disco magico ed evocativo, inciso con amore, dedizione e passione, come solo un innamorato del blues può fare. Ad accompagnare l’ascolto ci sono anche delle preziose liner notes, in cui lo stesso Fabrizio Poggi, regala consigli ed indicazioni agli appassionati dell’armonica, soffermandosi su tonalità, posizioni e stili differenti. Ad impreziosire il tutto c’è la bella copertina di Dan Dalton, ma soprattutto lo scopo benefico del disco, il cui ricavato verrà interamente devoluto alla Blues Foundation, che sostiene i musicisti in difficoltà. Se a prima vista Harpway 61 abbia tutta l’aria di essere un disco dedicato ai puristi del blues e agli armonicisti, ascoltandolo si comprende come sia un vero e proprio atto d’amore, la cui profondità contagerà chiunque si dedichi al suo ascolto.


Recensione apparsa su: BLACK & BLUE BLOG – Alessandro Zoccarato
HARPWAY 61, L’INCANTEVOLE OMAGGIO DI FABRIZIO POGGI AI GRANDI DELL’ARMONICA PRODOTTO DALLA BLUES FOUNDATION.
A nove anni di distanza da Armonisiana è uscito finalmente Harpway 61, il nuovo album di Fabrizio Poggi, interamente dedicato all’armonica. Il cd è stato prodotto dalla Blues Foundation di Memphis, l’associazione internazionale che si occupa di diffondere e preservare il blues, e i suoi proventi saranno destinati alla stessa organizzazione che distribuirà il disco negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Certamente un risultato prestigioso per un musicista che da anni promuove instancabilmente la causa del blues da questa e dall’altra parte dell’Atlantico. Harpway 61, apprezzato dagli appassionati dell’armonica e dalla critica (era presente ai Blues Music Awards 2012), riconosce la caratura internazionale dell’artista italiano.Più virato verso sonorità blues, il disco vuole essere un omaggio ai grandi dell’armonica blues.
Ogni brano ha il nome di una città la cui storia è legata indissolubilmente a quella di un grande musicista: Little Walter, Big Walter Horton, Sonny Boy Williamson I e II, James Cotton, George Harmonica Smith, Junior Wells, Slim Harpo, Paul Butterfield, Charlie Musselwhite, Sonny Terry, DeFord Bailey, Peg Leg Sam e Johnny Woods.
Ai loro brani, Poggi si è ispirato per incidere un disco interamente strumentale.
Oltre al contenuto già di per sè notevole, si aggiunge a perfezionare un disco da avere assolutamente la splendida copertina con i ritratti dei grandi del blues dipinti in perfetto folk-art style da Dan Dalton, noto artista statunitense.
Chi non è un appassionato dello strumento a bocca potrebbe essere intimorito dall’ascolto di un disco come questo ma vi garantiamo che si ascolta tutto d’un fiato senza mai stancare.
Poggi sviscera diversi stili e correnti del blues con un approccio piacevole, brani curati, armonica fluida a tratti esaltante, band che segue a meraviglia il leader… Possiamo dire che è addirittura “un disco per tutti”, lo si può ascoltare in cuffia, in macchina, a tutto volume o come sottofondo di una cena; se ne innamoreranno armonicisti in erba, veterani dello strumento, “bluesettari” e semplici curiosi. Tutto senza abbandonare la qualità e non è proprio una cosa da tutti.
Per capire qualcosa in più sul personaggio in questione consigliamo di leggere una vecchia intervista del Re Nutria a Fabrizio Poggi.


Recensione apparsa su: www.folkbulletin.com di Roberto G. Sacchi
Fabrizio Poggi non è certo l’unico musicista italiano a suonare blues e altrettanto certamente non è l’unico a farlo suonando l’armonica a bocca, che del blues è lo strumento principe. Ma la sua unicità, fatte salve le capacità tecniche e espressive che sono indiscutibili, risiede soprattutto nell’aver fatto dell’armonica blues un progetto di vita. Considerare il valore artistico di Fabrizio senza attribuire giusto valore alla sua attività di band leader, di divulgatore, di profondo conoscitore di ogni dettaglio che riguardi lo strumento e la musica alla quale ha deciso di consacrare la propria vita sarebbe profondamente sbagliato. Da decenni ogni scelta, artistica e personale, che Fabrizio ha compiuto si inquadra in un ben preordinato schema operativo che vede l’armonica blues, o blues harp che dir si voglia, al centro non solo dei suoi interessi ma della sua stessa ragion d’esistere. Il suo stretto, strettissimo, praticamente quotidiano, rapporto con i grandi maestri del blues americano –attivi nel presente o nella memoria di quanto ci hanno lasciato in eredità- non può essere confuso con una sterile scelta di campo o, ancor peggio, nell’individuazione di un settore di mercato artistico con il quale ritagliarsi gloria effimera o altrettanto tristemente sbarcare il lunario. Fabrizio (con il supporto imprescindibile del suo “braccio armato” Angelina) ha consacrato la propria vita al blues e ne è ambasciatore al di qua e al di là dell’Oceano. In questa prospettiva va inquadrato un disco come “Harpway 61”, ideale sequel di quell’”Armonisiana” che alcuni anni fa l’armonicista italiano realizzò e distribuì come omaggio alle potenzialità tecnico-espressive del proprio strumento di elezione. In questo secondo episodio non è soltanto la blues harp a essere al centro dell’interesse, ma sono i suoi grandi maestri (da Slim Harpo a Sonny Boy Williamson II passando per Charlie Musselwhite, James Cotton e tanti altri) ai quali Fabrizio dedica un viaggio (o forse meglio sarebbe scrivere un pellegrinaggio) di quattordici tappe sonore che da Baton Rouge in Louisiana a Tutwiler in Mississippi si snoda attraverso quei luoghi che Fabrizio ha fisicamente frequentato per respirare e assimilare la medesima aria che ha fatto vibrare le ance dei suoi “eroi”. Un pugno di strumentisti tesse la tela del lavoro, ben conscio del proprio ruolo di supporto, non togliendo nulla alla centralità dell’armonica e al suo inevitabile protagonismo, anzi sottolineandone la peculiare essenza. Ogni traccia è introdotta da poche preziose righe di testo dedicate agli armonicisti, con indicazioni sulle tonalità e le posizioni (qui è Poggi divulgatore che prende il sopravvento); la splendida copertina di Dan Dalton ci rimanda invece al blues come fenomeno estetico (qui Poggi bluesman totale spezza una lancia a favore del blues a 360°, non solo da ascoltare ma da condividere in tutti i suoi aspetti); l’aver voluto devolvere tutto il ricavato delle vendite del disco alla Blues Foundation ci introduce alla figura di un Poggi che, condividendo le sorti della più importante organizzazione mondiale di volontariato blues, si segnala come esempio da seguire per tutti i suoi “colleghi” in ogni parte del mondo. Il blues dà tanto, diamo qualcosa al blues… Non c’è ragione al mondo per la quale non dobbiate procurarvi questo disco. Parafrasando un detto caro a Fabrizio, “Chi non ama Harpway 61 ha un buco nell’anima”. E questo è tutto. Per informazioni e acquisti: www.blues.org


Review from: WORLD OF HARMONICA – GREAT BRITAIN FABRIZIO POGGI – HARPWAY 61 by Shaun Monument May
First of all would like to apologize to Fabrizio for taking so long to write a review. Especially when I’ve had the pleasure of meeting him, and his partner this year in London @ The House Of Mercy radio station. What a lovely experience this was, a moment will saviour forever. It is an honest opinion coming from my very soul, not my heart, due to knowing him personally. Love his music, and the man. His recent albums are some of my favorites ever. And I literally mean classics, which every real music lover should own, his works are true Masterpieces. Lyrically, musically, vocally, and especially harmonically. Fabrizio is a multi talented musician, a man who lives, walks, talks, and is the blues. So why the long delay in writing. Well at the time of this recording arriving, was totally banged out with new arrivals. Let’s just say that this album is like a fine wine, and have waited for that moment in order to really sit down, chill out and listen. On first listening to this CD, admit it wasn’t what I expected. Having enjoyed his vocals so much on past albums, was left a little sad, not to hear his pleasant Cat Stevens Italian style vocals, especially his amazing lyrics, which are up there with the very best songwriters in the business. This album is an instrumental harmonica Masterpiece. Yes! Not to use the word lightly, repeat a real Masterpiece. Fabrizio is up there on a pedestal, shoulder to shoulder with some of the greatest names ever to parade the harmonica palladium. What you’re getting here is a jaw dropping performance of how this little instrument is meant to be. What’s more, love the idea of including the harmonica key to use if you wish to play along. And dare you try, l failed after only a few minutes in. Buy this album not just for the quality of playing, but also as a guide to play along to if you’re a budding player. Listen carefully, and study each and every note of true perfection. What’s more every penny of the sale goes to The Blues Foundation. Sit back and enjoy. ‏

(Traduzione)
Innanzitutto vorrei scusarmi con Fabrizio per averci messo così tanto a scrivere questa recensione, soprattutto dopo aver avuto il piacere di conoscere personalmente lui e la sua compagna qui a Londra all’House of Mercy Radio Station. Un momento questo, che serberò per sempre. Le mie opinioni sono sincere e arrivano non dal cuore, ma dal profondo della mia anima, soprattutto dopo averlo conosciuto personalmente. Mi piace la sua musica, e mi piace la sua persona. I suoi album più recenti sono entrati tra quelli che preferisco in assoluto. O, meglio, avrei dovuto dire tra i classici, ovvero quei dischi che ogni amante della buona musica dovrebbe possedere. I suoi lavori sono autentici Capolavori. Poeticamente, musicalmente, vocalmente e specialmente sotto il punto di vista armonicistico. Fabrizio è un musicista dai molti talenti, un uomo che vive, cammina e parla ed é l’essenza del blues stesso. E allora perché questo ritardo a scriverne. Beh, quando il suo disco è arrivato io ero letteralmente sommerso da dischi appena usciti e considerando questo album è come un buon vino, ho voluto aspettare di avere un momento tranquillo per potermi sedere, rilassarmi e ascoltarmelo. La prima volta che l’ho sentito non era assolutamente ciò che mi aspettavo. Avendo così apprezzato i suoi precedenti album, ci sono rimasto male quando non ho sentito il suo piacevole stile vocale che mi ricorda quello di un Cat Stevens tutto italiano, le emozionanti parole delle sue canzoni, che sono al pari di quelle dei migliori cantautori in giro. Questo album è Capolavoro strumentale dedicato all’armonica. Sì! E non uso questa parola con leggerezza, anzi la ripeto: è un vero capolavoro. Fabrizio è lì sul piedistallo, fianco a fianco con alcuni tra i più grandi nomi che siano mai apparsi nell’olimpo dell’armonica. Quello che troverete qui è una dimostrazione che vi lascerà a bocca aperta di come questo piccolo strumento possa dare il meglio di sé. Inoltre, ho apprezzato l’idea di includere le tonalità in cui l’armonica è suonata che potrà esservi utile nel caso vogliate suonare insieme al disco. E vi sfido a farlo, io mi sono arreso dopo pochi minuti. Comprate questo album non solo per la qualità delle esecuzioni ma anche, se siete colleghi armonicisti, come strumento guida per esercitarvi. Ascoltatelo attentamente, e studiate ognuna di quelle note suonate con autentica perfezione. Che dire di più se non che ogni penny ricavato dalle vendite andrà alla Blues Foundation. Sedetevi comodamente e buon ascolto.


Review from: HARMONICA WORLD – The UK ONLY DEDICATED HARMONICA MAGAZINE – INGHILTERRA – FABRIZIO POGGI – HARPWAY 61 by Roger Trobridge
Fabrizio is a quiet Italian with a mission – to promote the blues. He wrote a book/CD in Italian which we reviewed a few years ago. It provided a history of blues harmonica music and a directory of blues harp players from Europe and America. Il soffio dell’anima: armoniche e armonicisti blues. His latest project is Harpway 61, a tribute to the musicians who inspired and guided him in his career. Each track is an instrumental in memory. The cover has portraits of blues greats by US artist Dan Dalton. Fabrizio donated the music and CD to The Blues Foundation. Based in Memphis, it is recognized for its work to preserve blues music history, and performance. It also supports blues education and works to ensuring the future of this uniquely American art form. www.blues.org

(traduzione)
Fabrizio Poggi è un tranquillo signore italiano che ha una missione –promuovere il blues… Il suo progetto più recente è Harpway 61, un sentito tributo a quei musicisti che lo hanno ispirato e guidato nella sua carriera… Fabrizio ha generosamente donato la musica di questo cd alla Blues Foundation di Memphis che è apprezzata per il suo lavoro nel preservare e promuovere il blues e la sua storia, cercando di assicurare un futuro a questa forma d’arte tipicamente americana. Sulla cover spiccano i ritratti di grandi del blues dipinti dall’artista statunitense Dan Dalton…


Review from: CASCADE BLUES ASSOCIATION- PORTLAND, OREGON – USA – “HARPWAY 61” by Greg Johnson
Italian harmonica player Fabrizio Poggi may not be the most recognized name in the world of blues harmonica, but he is without a doubt master of the genre. Poggi has toured constantly on both side of the Atlantic Ocean with his own band Chicken Mambo or with renowned artists like Garth Hudson of The Band, Charlie Musselwhite, The Blind Boys Of Alabama, Eric Bibb or any number of other musicians that you’re well aware of. Poggi has put together a new CD titled Harpway 61. It is all instrumental recordings that pay tribute not only the great harmonica players of the blues world, but the small towns and cities they may have come from. The titles are all the names of these places with the music being played in the manner of the artists that are best recognized for; such as Baton Rouge and Slim Harpo; Tunica, MS and James Cotton; Hornlake, MS and Big Walter Horton and so forth. All these tracks are enjoyable and uplifting. Aside from harmonica, Poggi also plays accordion, banjo, mandolin and percussion. He is also joined by a wonderful group of Italian musicians: Tino Cappelletti, Enrico Polverari, Lorenzo Bovo, Bobby J. Sacchi, Stefano Bertolotti and Stefano Resca. Fabrizio has always been a giving musician and to pay tribute beyond the music found here, he also donated this recording to The Blues Foundation to help them to raise money for their various projects. Special note goes to Portland area folk-art painter Dan Dalton for his incredible portraits of famed harmonica players and Fabrizio Poggi adorning the CD jacket. This is a first class work for all involved.

(traduzione)
L’armonicista italiano Fabrizio Poggi magari non sarà uno dei nomi più famosi nel mondo dell’armonica blues ma è senza alcun dubbio un maestro del genere. Poggi ha suonato costantemente su entrambi i lati dell’ Oceano Atlantico sia con la sua band, i Chicken mambo, sia con rinomati artisti come Garth Hudson di The Band, Charlie Musselwhite, i Blind Boys Of Alabama, Eric Bibb e un gran numero di altri musicisti di cui sarete sicuramente a conoscenza. Poggi ha messo insieme un nuovo cd intitolato Harpway 61. E’ un progetto tutto strumentale che paga un tributo non solo ai grandi armonicisti blues, ma anche alle cittadine e alle metropoli da cui essi provenivano. I titoli hanno tutti il nome di questi luoghi con la musica suonata nello stile che ha reso famosi quegli artisti;come Baton Rouge e Slim Harpo; Tunica e James Cotton; Hornlake e Big Walter Horton e così via. Tutte le tracce sono piacevoli e coinvolgenti. Accanto all’armonica, Poggi suona anche fisarmonica, banjo, mandolino e percussioni. A lui si aggiunge uno straordinario gruppo di musicisti italiani: Tino Cappelletti, Enrico Polverari, Lorenzo Bovo, Bobby J. Sacchi, Stefano Bertolotti e Stefano Resca. Fabrizio è sempre stato un musicista generoso e per pagare un vero tributo alla musica qui contenuta, ha donato queste sue registrazioni alla Blues Foundation per aiutarla nella raccolta dei fondi per i loro vari progetti. Una speciale annotazione va al pittore di folk – art Dan Dalton residente nell’area di Portland per i suoi incredibili ritratti di famosi armonicisti e di Fabrizio Poggi che adornano la confezione del cd. Questo è un lavoro di alta classe svolto da tutti coloro che vi hanno partecipato.

Recensione apparsa su: MESCALINA.IT – “HARPWAY 61” di Andrea Furlan
Devo ammettere di non essere mai stato un appassionato di geografia e di non aver mai provato alcun interesse in aridi elenchi di numeri e capitali. Così purtroppo mi è stata insegnata a scuola e di certo mi è mancato l’insegnante giusto che sapesse coinvolgermi in una materia che può invece rivelarsi interessante. Le occasioni per rimediare però si presentano inaspettate, come Harpway 61, il nuovo album di Fabrizio Poggi. Vi starete domandando: cosa c’entra la geografia con un disco di blues? Invece c’entra, perché i titoli dei quattordici brani sono i nomi di altrettante città americane che hanno visto nascere o affermarsi i migliori armonicisti blues in circolazione. D’obbligo il riferimento alla famosa Highway 61, l’autostrada che unisce New Orleans a Chicago, conosciuta dagli appassionati come Blues Highway, così chiamata perché segna le tappe iniziali del percorso intrapreso dai musicisti neri durante il viaggio che dal delta del Mississippi li ha portati verso il nord. La Harpway 61 è quindi la nuova autostrada del blues, dedicata all’armonica e ai suoi eroi; non resta che partire e seguire le indicazioni del navigatore, un Fabrizio Poggi particolarmente ispirato che ci guida con grande talento lungo un tragitto davvero emozionante. Harpway 61 è un intenso omaggio a tutti quei musicisti che hanno reso grande l’armonica blues, i maestri che sono stati la sua fonte di ispirazione e d’insegnamento. Viene pubblicato dall’americana Blues Foundation, l’associazione che, oltre a promuovere il blues, si occupa di aiutare tutti quei musicisti che si trovano in difficoltà. Davvero significativa e degna di lode la scelta di Poggi di devolvere l’intero ricavato della vendita del disco a favore dell’organizzazione, testimonianza del suo impegno concreto, il cui gesto va al di là della semplice riconoscenza per quanto ricevuto dagli altri artisti nel corso della sua carriera. Il violino dei poveri, come Fabrizio ama definire l’armonica, è naturalmente il protagonista assoluto dei quattrodici brani del disco, tutti strumentali (come già in Armonisiana, analogo progetto del 2003) che permettono di assaporare ogni sfumatura del soffio dell’anima. Ognuno di essi è dedicato a un bluesman la cui storia è legata alla città del titolo; i personaggi citati rappresentano il gotha del blues, i cui nomi vanno da Slim Harpo e Little Walter a James Cotton, Sonny Terry e Sonny Boy Williamson per arrivare a Charlie Musselwhite e Paul Butterfield. Sicuramente un disco per puristi e amanti del genere, ma non solo, basta lasciarsi trasportare dal suono affascinate dello strumento, sapientemente suonato dal musicista pavese, che sfoggia tutta la sua abilità tecnica con naturalezza invidiabile. Gli rendono il compito facile i musicisti che lo accompagnano, bravissimi a creare la base per le sue evoluzioni e a rendere l’ascolto decisamente piacevole. Tino Cappelletti al basso e Stefano Bertolotti e Stefano Resca alle percussioni sono una sezione ritmica tanto precisa quanto dotata della giusta fantasia, Enrico Polverari alla chitarra è un’ottima spalla, un musicista di grande tecnica, mentre l’hammond di Lorenzo Bovo completa e riempie il suono. Ogni tappa del percorso esplora uno stile differente, ma tutto il viaggio è compiuto attraverso la sensibilità e la personalità di Poggi che rendono omogeneo il risultato complessivo. Difficile preferire un brano all’altro, meglio lasciarsi andare al flusso di note magiche ed evocative, ora più cristalline ora più profonde, soffiate nell’armonica da uno dei musicisti più appassionati, preparati e competenti della scena internazionale.